Uccide tremila italiani all’anno ed è causa di malattia di almeno novemila. L’amianto, di cui il nostro Paese è stato tra i massimi produttori ed utilizzatori al mondo, è ufficialmente bandito da quasi vent’anni, ma non smette di far paura. Del resto, spaventosi sono i “numeri” di un fenomeno che oggi è tenuto sotto controllo dal Registro Nazionale dei Mesoteliomi (RENAM), un sistema a rete articolato in Centri Operativi Regionali (COR) che hanno il compito di identificare tutti i casi di malattia manifestatisi sul territorio e di analizzare la storia personale, residenziale ed ambientale degli ammalati. Tutti questi dati confluiscono nel Rapporto che il Registro Nazionale rende disponibile per attività di prevenzionee di riconoscimento per i diritti delle persone colpite e dei loro familiari. Fra pochi giorni, sarà pubblicata la terza edizione del Rapporto, al centro del convegno nazionale dei Centri regionali in programma nella sede romana dell’ISPESL, l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro. Nella stessa sede si svolgerà un convegno internazionale con la partecipazione di di ricercatori francesi, spagnoli, scandinavi , canadesi e dell’ Oraganizzazione Mondiale della Sanità per mettere a confronto lo stadio di avanzamento delle attività di controllo, riduzione e monitoraggio delle malattie asbesto correlate e stabilire un tavolo permanente di condivisione delle procedure e dei risultati delle attività. I risultati all’ordine del giorno sono: il bando internazionale dell’amianto, le procedure ed i criteri dell’indennizzo, l’identificazione e bonifica dei sitti a rischio e la sorveglianza sanitaria degli esposti al rischio di contaminazione. Fino alla messa al bando del 1992, l’Italia è stata fra i massimi utilizzatori di amianto al mondo. E’ stato calcolato che dal dopoguerra a quando è stato dichiarato fuorilegge, siano state prodotte nel nostro Paese 3.748.550 tonnellate di questo materiale allo stato grezzo. Alrte 2 tonnellate, inoltre, sono stae importate dall’estero. Tra i principali settori d’impiego ci sono l’industria, l’edilizia, le ferrovie e la cantieristica navale. Un censimento recente ha evidenziato che , in Italia, sono almeno 28mila i siti contaminati da bonificare, ma per i quali non sono stati ancora previsti i fondi necesssari. L’archivio del Registro Nazionale, a gennaio 209, censiva 9.166 casi di mesotelioma maligno, mentre è stato accertato che , ogni anno, sono circa tremila gli italiani che muoiono per tumori del polmone e della laringe indotti da esposizione all’amianto. “Fino a 45 anni – spiegano i ricercatori dell’ISPESL – la malattia è rarissima (solo il 2,7% del totale dei casi registrati) ,perchè l’età media alla diagnosi è di 68,3 anni”. Generalmente, la malattia si presenta dopo più di 40 anni dall’inizio dell’esposizione e nell’insieme dei casi rilevati dal Registro Nazionale, il 69,8% presenta un’esposizione professionale, il 4,5% familiare, il 4,7% ambientale, l’1,4% per un’attività extralavorativa di svago o hobby. Per il restante 19,5% dei casi, invece, l’esposizione è improbabaile o ignota.
ASBESTOSI: UNA GRAVE MALATTIA CRONICA CHE COLPISCE L’APPARATO RESPIRATORIO
L’amianto rappresenta un pericolo per la salute a causa delle fibre di cui è costituito e che possono essere presenti in ambienti di lavoro e di vita ed inalate. Il rilascio di fibre nell’ambiente può avvenire o in occasione di una loro manipolazione e lavorazione o spontaneamente, come nel caso di materiali friabili, usurati o sottoposti a vibrazioni, correnti d’aria, urti, ecc. L’esposizione a fibre di amianto è associata a malattie dell’apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi). L’asbestosi è una patologia cronica ed è quella che per prima è stata correlata all’inalazione di amianto.