I centri commerciali, tra superfluo e tempo libero

centri.jpgdi Andrea Bertaglio – Terranauta (segnalato da un lettore)
Quale miglior modo di passare un sabato o una domenica pomeriggio se non passeggiando nella sgargiante allegria di un centro commerciale? Quale migliore idea di spendere il proprio tempo (ed il proprio denaro)? Chi non trova più interessante camminare tra palme di plastica, zampilli d’acqua sincronizzati, luci e clima costanti, piuttosto che fare una passeggiata al mare, in montagna, al lago o semplicemente in un parco o nel centro del proprio paese o città?
Provengo dalla Lombardia e, più precisamente, dal cosiddetto hinterland milanese. Non so quanti di voi siano stati in questa zona negli ultimi anni, ma nel raggio di una cinquantina di chilometri attorno a Milano (e anche più, verso Brescia) si è verificata una diffusione di centri commerciali che ha dell’incredibile.

 

Crescono come funghi, ne fanno uno ogni pochi mesi! Io per mia fortuna (e mia scelta) non vivo più lì da tempo, ma ogni volta che ci torno ne vedo uno nuovo.

Tutto questo per dire che, mio malgrado, ho spesso avuto modo di metterci piede (nonchè alcuni anni fa di lavorarci!).

Tralasciando il noto e triste fatto che grazie anche a questi posti ed ai loro prezzi più o meno stracciati, i piccoli negozi stiano scomparendo (e tralasciando il discorso che si potrebbe aprire sull’arroganza e lo sfruttamento delle catene di supermercati verso i vari produttori, che richiederebbe un articolo a sé), quello che mette più angoscia dei centri commerciali è l’atmosfera che ci si trova dentro.

I centri commerciali, tra superfluo e tempo liberoultima modifica: 2009-12-10T13:00:00+01:00da consumatori
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