Cause condominiali e ragionevole durata del processo: l’amministratore non puo’ chiedere l’equo indennizzo

giustizia.jpgdi Alessandro Gallucci – Aduc

Il condominio non e’ esente dal problema della lunghezza dei processi.
Molto spesso, al contrario, le cause sono cosi’ lunghe che cambiano i proprietari degli appartamenti con il contenzioso ancora in atto.
Le convenzioni internazionali, stipulate anche dall’Italia, riconoscono ai cittadini il diritto ad un processo, civile o penale, che debba concludersi in tempi ragionevoli.
Che cosa succede se cio’ non accade?
Il cittadino, parte del processo, puo’ chiedere allo Stato Italiano un indennizzo per i danni (morali e materiali) patiti quale conseguenza delle lungaggini processuali.
La legge n. 89/01, c.d. legge Pinto, disciplina il procedimento per ottenere il risarcimento del danno.
Nello specifico, a norma dell’art. 2, primo comma, della legge citata “chi ha subito un danno patrimoniale o non patrimoniale per effetto di violazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle liberta’ fondamentali, ratificata ai sensi della legge 4 agosto 1955, n. 848, sotto il profilo del mancato rispetto del termine ragionevole di cui all’articolo 6, paragrafo 1, della Convenzione, ha diritto ad una equa riparazione”.

Qui il testo della sentenza

Cause condominiali e ragionevole durata del processo: l’amministratore non puo’ chiedere l’equo indennizzoultima modifica: 2009-12-01T16:00:00+01:00da consumatori
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