Adiconsum: basta alla privatizzazione degli utili ed alla “socializzazione” delle perdite nel trasporto aereo.
Se i consumatori devono pagare da 1 a 3 euro per decreto interministeriale, almeno le compagnie aeree paghino 50 centesimi di euro per tratta per risarcire i passeggeri e i turisti
Altri tre euro a carico dei consumatori in partenza dallo scalo di Malpensa e da Fiumicino e uno o due euro per quelli in partenza dagli aeroporti minori. Questa la risposta del Governo agli innumerevoli disagi subiti dai passeggeri del trasporto aereo.
Un’altra “tassa” occulta a carico dei passeggeri – dichiara Paolo Landi, Segretario Generale Adiconsum – senza alcun beneficio immediato per i disagi subiti.
Una tassa inaccettabile – continua Pietro Giordano Segretario Nazionale di Adiconsum – per uno sviluppo del trasporto aeroportuale tra Malpensa e Fiumicino entro il 2040, cioè fra trent’anni.
Adiconsum ripropone le proprie proposte per risolvere i problemi dei viaggiatori del trasporto aereo:
- conferire reale potere di Authority del Trasporto aereo all’Enac
- prevedere sanzioni certe e con effettivo potere deterrente nei confronti delle compagnie aeree, e non multe simboliche ed una tantum
- costituire un Fondo Bilaterale mutualistico, con Associazioni dei consumatori e Associazioni delle Aziende del volo e del turismo, sotto il controllo dell’Enac, cui far confluire le multe comminate alle compagnie aeree e alle aziende aeroportuali inadempienti per risarcire prontamente le vittime dei disservizi
- fare obbligo a tutte le compagnie aeree di concordare con le Associazioni dei consumatori la “Carta della qualità dei servizi” da consegnare al passeggero unitamente al biglietto aereo
- prevedere la gestione congiunta Associazioni Consumatori-Aziende del volo dei reclami e delle conciliazioni dei contenziosi in sede pre-giudiziale.
Adiconsum afferma che non è possibile continuare a finanziare solo con soldi pubblici i disservizi delle compagnie aeree e delle società di handling, magari gestite da grandi aziende private come la Benetton.
Basta con la privatizzazione dei ricavi e la “socializzazione” delle perdite!