CRISI: si vendono meno frutta e verdura

fru.jpgLa crisi dei consumi non risparmia neanche la frutta e le verdure estive. Si dovrebbe registrare una contrazione in quantita’ vicina al 3 per cento, rispetto allo stesso periodo del 2008. I produttori agricoli hanno venduto ai prezzi del 2002, i consumatori hanno pagato ai prezzi del 2008. Meno angurie, meloni, prugne, pesche, pomodori e insalate nella busta della spesa degli italiani, che dal 1984 ad oggi hanno costantemente ridotto i quantitativi acquistati. E’ quanto stima la Cia-Confederazione italiana agricoltori sul fronte dei consumi estivi di frutta e verdura per il 2009.
Nel mese di giugno, prosegue la Cia, anche le vendite di ciliegie e fragole hanno segnato una flessione, seppur leggerissima. L’unico frutto che sta registrando un lieve incremento e’ il fico, che pero’ e’ un prodotto marginale per volumi lavorati, rispetto ad altre tipologie di frutta. Male anche l’uva, che sia in Sicilia che in Puglia viene acquistata agli agricoltori a pochi centesimi al chilo e rivenduta sui banchi a 2/2,50 euro al chilo.
Prosegue, quindi, in sostanza la crisi dell’ortofrutta italiana, tra calo dei consumi, importazioni massicce, scarsa competitivita’ con le produzioni estere e regole di mercato penalizzanti.
Mentre il dato sulla diminuzione di consumi di frutta e verdura e’, sostanzialmente, omogeneo nei Paesi europei, i consumatori italiani rimangono gli europei piu’ penalizzati per quanto concerne i prezzi. In Spagna e Grecia, infatti, frutta e verdura costano, in media, il 25 per cento in meno, in Portogallo il 20 per cento in meno, in Germania 15 per cento in meno e in Francia circa il 10 per cento in meno.

CRISI: si vendono meno frutta e verduraultima modifica: 2009-08-20T16:00:00+02:00da consumatori
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