Dal Codacons
“Per noi che da anni ci battiamo per l’abolizione del canone Rai così come del canone Telecom questa sentenza è assolutamente ingiusta e dimostra come in tutte le istituzioni comunitarie e le Corti di giustizia europee sia giunto ormai il momento di avere un rappresentante dei consumatori nel senso stretto del termine – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – Solo così potranno essere eliminati gabelle e balzelli ingiusti, figli di vecchi privilegi e di monopoli ormai oggettivamente superati, e combattute le lobby che danneggiano gli utenti’.
Il Codacons denuncia inoltre abusi e assurdità che si stanno verificando grazie al fatto che la normativa sul canone è vecchia e superata, anteguerra. La materia, infatti, è ancora disciplinata da un Regio Decreto Legge risalente addirittura al 1938 (R.d.l. n. 246 del 21/02/1938) che all’articolo 1 stabilisce che “chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento”. Il problema è che oggi, a differenza del 1938, con lo sviluppo della scienza e della tecnica, sono sempre di più gli apparecchi che teoricamente sono adattabili alla ricezione, anche se televisori non lo sono per niente: computer, palmari, ecc.
Al riguardo il Codacons sta ricevendo segnalazioni di liberi professionisti costretti a pagare un canone anche per l’ufficio solo perchè hanno un computer nello studio, senza avere abbonamenti o software particolari per la visione di programmi tv. (nella foto Carlo Renzi)