La Redazione
LA CITTÀ TRADITA
Le promesse dimenticate del Sindaco Greco
da Ing. Prudente Bruno Ramos
La situazione politico-amministrativa antecedente le elezioni del 2006 non soltanto non è cambiata, come la maggior parte dei cittadini sperava, ma si è aggravata al punto tale da fare rimpiangere la vecchia amministrazione. Il promesso cambiamento, la dichiarata volontà del candidato sindaco di un ripristino della legalità e della trasparenza avevano indotto molti elettori, tradizionalmente del centro-destra, a dare il proprio voto al notaio Vincenzo Greco contribuendo così a determinarne la elezione. Una scelta, purtroppo, autolesionista.
L’impronta data dal Notaio alla sua amministrazione e la conseguente gestione della Città sono infatti sotto gli occhi di tutti: il Comune, per antonomasia la casa di tutti, è stato di fatto trasformato in una sorta di bunker inaccessibile al cittadino, la struttura dirigenziale gode della palese sfiducia della Giunta e della maggioranza che la sostiene, i posti-chiave sono stati affidati a persone che riscuotono la piena fiducia del Sindaco e che, per inciso, vengono da fuori come se i termolesi fossero tutti persone di cui è opportuno non fidarsi.
Questa premessa si rende necessaria per mettere a fuoco almeno un problema, che non è di natura personale ma riguarda quello che è stato sempre un settore trainante per l’economia locale: l’edilizia, ferma dall’avvento di questa Amministrazione.
Uno dei primi settori nei quali il Sindaco ha voluto esercitare il suo mandato è stato quello delle “riclassificazioni”. Per rendere efficace ed incisiva la sua azione il dr. Greco ha avocato a sé il settore dell’urbanistica, una scelta assai delicata per la esposizione alle critiche che sarebbero piovute ma, al tempo stesso, coraggiosa se la gestione avesse fatto ripartire l’edilizia nella legalità. E invece tutto è andato contro ogni ragionevole speranza.