di Pietro Saccò – da L’Avvenire
È tornato, in versione minima ma è tornato. Stralciato dalla manovra di correzione dei conti pubblici, il taglio delle Province più piccole ieri è rispuntato con un emendamento al disegno di legge sulla Carta delle Autonomie. Fin qui tutto come previsto: la maggioranza aveva già spiegato che la norma avrebbe seguito questo percorso. Quindi Donato Bruno, che del ddl è il relatore, ha proposto il taglio in un emendamento al testo in discussione alla commissione Affari Costituzionali della Camera. La norma stabilisce il criterio col quale il governo, entro 24 mesi, procederà con la soppressione delle Province: andranno razionalizzate quelle con meno di 200mila abitanti, escluse le Province che confinano con altri Stati e quelle che fanno parte delle Regioni a statuto speciale. Nella bozza circolata con la manovra la soglia era più alta: 220mila abitanti. Una differenza da poco, rispetto alla vera sorpresa, arrivata con un subemendamento proposto da Beatrice Lorenzin, deputata della circoscrizione Lazio. La Lorenzin ha introdotto un criterio aggiuntivo: le Province il cui 50% del territorio è montuoso non vengono abolite se hanno almeno 150mila abitanti.