Residenze Sanitarie Assistenziali. Pronuncia del Consiglio di Stato: illegittime le richieste di soldi ai parenti

623.jpgda Aduc – di Emmanuela Bertucci, Claudia Moretti

Il Consiglio di Stato sembra finalmente aver messo la parola fine alla vicenda Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA).
La vicenda e’ nota e l’Aduc se ne occupa da anni, denunciando le prassi illegittime di moltissimi comuni d’Italia che, a fronte di ricoveri di soggetti anziani non autosufficienti o disabili gravi, calcolano la quota di retta a carico dell’utente non solo sulla base del suo reddito, come prevede la legge, ma anche del reddito dei suoi familiari, a cui poi viene richiesto il pagamento. Una prassi che spesso mette in ginocchio famiglie intere, costrette a pagare cifre esorbitanti.

La legge ISEE prevederebbe, infatti, che le rette di ricovero in Rsa siano pagate per il 50% dal SSN e per il restante 50% dai Comuni con l’eventuale compartecipazione dell’utente. Cio’ non accade in molti comuni d’Italia.

diritto_civile.jpgI Tribunali amministrativi nel corso di questi anni si sono pronunciati in maniera oscillante : il TAR Lombardia da’ da sempre ragione agli utenti; il Tar Toscana, dopo una prima sentenza favorevole agli utenti, ha poi cambiato indirizzo dando ragione ai comuni.

Dopo anni di alti e bassi, si e’ finalmente pronunciato il Consiglio di Stato (n.1607/2011), organo di secondo e ultimo grado della giustizia amministrativa, dando ragione agli utenti: le rette per la degenza in RSA di persone ultrasessantacinquenni non autosufficienti e disabili gravi devono tener conto dei redditi del solo assistito e non anche dei redditi dei parenti.

La sentenza sul punto e’ chiara, estesamente motivata e sgombra il campo da qualsiasi dubbio:

Residenze Sanitarie Assistenziali. Pronuncia del Consiglio di Stato: illegittime le richieste di soldi ai parentiultima modifica: 2011-03-31T17:00:00+02:00da consumatori
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